L’aumento dei costi dell’energia: quanto e come se ne parla nella semiosfera digitale di lingua italiana
1. Inflazione
Il tema dell’inflazione, variamente declinato, ha marcato le conversazioni sul web nei mesi scorsi, attraversando pure, come ovvio, il confronto politico durante la campagna elettorale per le elezioni politiche di settembre (il lettore interessato potrà approfittare di alcuni report che tropic ha pubblicato nei mesi scorsi, proprio sull’inflazione, sulle materie prime, sul tema della produzione di energia, e ancora sull’inflazione)
Il tema dell’aumento dei costi dell’energia per i cittadini e per le imprese ha pure drenato molta dell’attenzione dedicata dai leader politici e dall’ecosistema mediatico nazionale durante la passata settimana alla presentazione della manovra finanziaria, in cui circa due terzi delle risorse sono allocate proprio per tentare di mitigare gli effetti di quegli aumenti. Nelle poche righe che seguono vi è qualche dato estratto da uno degli osservatori in cui proviamo a raccogliere, analizzare e interpretare il dato semio-linguistico prodotto sul web da agenti politici, istituzionali, economici, mediatici e dai cittadini. Si tratta di esercizi ormai da tempo necessari per capire cosa si impone all’agenda del Paese (priming), in che modo (framing), e provare così a comprendere le dinamiche con cui, nella catena onlife del passaparola, si formano e si trasformano incessantemente l’opinione e l’emozione pubblica.
2. I leader politici
Il 21 novembre, la presidente del consiglio in carica aveva accennato con un post sulla sua pagina Facebook ad alcune delle misure che avrebbe poi nel dettaglio presentato l’indomani ai media e alla cittadinanza. Il primo accenno era proprio al “contrasto al caro bollette” (all’uso della polirematica “caro bollette” si sarebbe poi aggiunto in conferenza stampa un “caro carrello” che dice di una, curiosa e forse momentanea, sopraggiunta e vigorosa concorrenza, nella lingua della politica, per l’attestata, ma forse percepita come attempata, parola inflazione). Non è stato comunque quello il post più performante della pagina della presidente Meloni nel periodo post-elettorale, d’altronde quell’arena premia di solito un altro tipo di contenuti. È così è stato pure nel caso della presidente del consiglio, che ha visto complessivamente crescere in quel periodo del 6,13% il bacino dei suoi follower (è l’incremento più cospicuo se si confronta la pagina con quelle di Berlusconi, Calenda, Conte, Letta, Renzi e Salvini), e ha raccolto più di 8 milioni di interazioni con 108 post pubblicati (per un interaction rate del 2,60%).
Una chart interattiva con il dettaglio di alcuni kpi dei post pubblicati sulla pagina della presidente Meloni è qui: https://public.flourish.studio/visualisation/11922084/

Il confronto con le pagine degli altri leader menzionati è invece qui: https://public.flourish.studio/visualisation/11908853/

3. Web intelligence
Se si usano, come qui si farà, le chiavi di ricerca “bolletta” e “bollette”, il tema dell’aumento dei costi dell’energia per i cittadini e per le imprese non è, paradossalmente, di frequente registrato tra i trending topic (che, a dispetto dell’etichetta, mostrano eventi e non tendenze). Pur non trending, è certamente un tema meaningful (ed è noto quanto le meaningful interactions sono ormai capitali pure nei regni digitali dopo un tempo regnavano metriche più effimere). Già nel mese a cavaliere della contesa elettorale, il nostro osservatorio aveva registrato circa 500.000 menzioni in una vasta porzione del web di lingua italiana. Nei 30 giorni a cavaliere della conferenza stampa di presentazione della manovra finanziare, le menzioni osservate sono state invece 90.000, con 52 mila utenti unici coinvolti e una reach stimata pari a 10 milioni di “lettori” potenziali: https://public.flourish.studio/visualisation/11922186/

Da notare che il picco della conversazione non coincide con la conferenza stampa della presidente Meloni, dove pure si registrano circa 4.000 menzioni delle keywords in oggetto, ma il primo di novembre, in occasione del cosiddetto provvedimento sui rave, quando il tema del “caro bollette” viene usato da alcuni attori con intenti polemici verso il governo in carica. È un intreccio che è ben manifestato nelle cloud delle parole e degli hashtag più frequenti in quel corpus.


Il sintagma in assoluto più utilizzato nei messaggi è proprio “caro bollette”. Se ci si concentra su questo sotto-corpus, si nota un panorama in cui è la sola presidente Meloni, tra i leader politici, a fare capolino tra le parole più frequenti.

La presenza di moltissimi messaggi dal tono informativo plasma il sentiment, che come si vede è sì prevalentemente negativo, ma che conta un 35% di messaggi marcati come “positivi” e il 15% marcati come “neutri”.

Con l’aiuto di una prima clusterizzazione semantica, si possono rinvenire alcuni nuclei tematici: vi è un nucleo relativo alle rinnovabili, spesso citati in un contesto in cui si fa menzione delle esperienze estere nel settore; vi è poi il nucleo dell’inflazione, strettamente correlato al tema della guerra in Ucraina; vi è il nucleo tematico imperniato sul superbonus, che non è correlato al tema delle rinnovabili ma al solo dominio economico (si discute quasi esclusivamente infatti, con giudizi dispari, proprio del suo impatto economico).

Vi è poi ovviamente il tema della politica, con Draghi che raccoglie ancora circa il doppio delle menzioni di un Salvini o di un Conte, e con quest’ultimo che prende il centro, nella conversazione “maggiore”, del discorso di opposizione al governo in carica, di cui è, in quella scena, il principale, di gran lunga, antagonista.
