Materie prime: il conversato nella twittosfera italiana
1. Il tema
Il decimo report della rubrica di total intelligence (nella sua versione qui ridotta) torna a occuparsi di un tema indagato sotto altri rispetti nelle scorse settimane (aumenti, inflazione, energia): le materie prime. Si tratta di un argomento di per sé capitale anche in altri momenti, ma che da qualche mese occupa il centro della semiosfera italiana, come esito delle forti tensioni che si registrano nei mercati. Queste righe danno conto di un piccolo carotaggio, condotto su alcuni canali digitali, dal 22 giugno al 21 luglio scorsi, per mezzo di una sola espressione usata come keyword, per l’appunto “materie prime”.
Per comprendere gli effetti di senso generati dai vari discorsi in campo, è opportuno vagliare, quali-quantitativamente, sia i messaggi emessi da fonti autorevoli che le “ricezioni” a cui questi vengono sottoposti nelle varie arene. Per farlo, bisogna descrivere e analizzare le tracce che gli eventi lasciano sulla catena del passaparola onlife: i discorsi e i comportamenti. Con gli strumenti meccanici adeguati e le metodologie di analisi appropriate si possono registrare le dichiarazioni esplicitamente sollecitate, ma vi è poi da esplorare tutto l’emisfero delle azioni e quello, ugualmente capitale, delle dichiarazioni non sollecitate o implicitamente sollecitate (come il “conversato” sulle reti sociali), da osservare e comprendere con altri strumenti (per l’appunto, meccanici e interpretativi). La mappatura della semiosfera deve sostenere una costante gap analysis tra il detto degli agenti politici, istituzionali ed economici, il detto dei media, e il percepito dei cittadini. Qual è la realtà semio-linguistica che questi si trovano a sanzionare, e sulla quale si formano i loro giudizi e le loro emozioni? Com’è strutturata? Chi parla? Dove? Quanto? Come?
In questo report vi sono i risultati parziali di un’indagine a cura di Glok e Troisi Ricerche.
L’estrazione del dato da Twitter è stato possibile grazie all’uso della piattaforma di monitoraggio e intelligence Kpi6 (https://kpi6.com/).
2. La twittosfera di lingua italiana
Nella twittosfera di lingua italiana, nel periodo in oggetto, la keyword genera 1.573 post. 1.212 gli utenti unici coinvolti nella “conversazione”. Il sentiment registra un valore medio pari a 27. Più di 24.000 i like generati; si registrano inoltre più di 6.000 retweet e 3.874 risposte; con un tasso di engagement dello 0,5%.
Questa la serie temporale dei tweet, con il dettaglio della distinzione per tipo (tweet in giallo, mention in blu).

Sono 225 i tweet in cui è presente almeno una menzione. Questo sotto-gruppo genera 2.225 like, quasi la metà dei quali è appannaggio di un tweet del senatore Renzi, che è pure il messaggio che genera più risposte.
Questi gli hashtag più frequenti, oltre alla distribuzione nel tempo di qualche elemento saliente:


Uno sguardo ora alla struttura di due corpora distinti, quello “maggiore”, che comprende tutti i tweet, e quello “minore”, ovvero quello che comprende i soli tweet generati da utenti verificati. Nel primo, che consta di 64.297 tokens, la parola “prezzi” compare 227 volte, seguono “crisi” (217), “energia” (215), “gas” (207), “inflazione” (206), “guerra” (203), “aumento” (174), “Russia” (166), “costi” (154) e “Italia” (144). Se si guardano i pattern lessico-grammaticali, è possibile fare delle inferenze sui cluster semantici più rilevanti: la correlazione tra l’aumento dei costi per l’energia, l’approvvigionamento delle materie prime e il calo della produzione industriale (con la notizia del calo dell’1,5% su base annua in Germania). Altri cluster salienti rinvenibili sono la parità fra euro e dollaro, e la guerra in Ucraina.
Nel corpus dei tweet emessi da utenti verificati, che consta invece di 4.441 tokens, è “inflazione” la parola non grammaticale più frequente (con 20 occorrenze), seguono “costi” (18), “prezzi” (18), “governo” (16), “energia” (15), “aumento” (14), “guerra” (14), “rincari” (12), “commercio” (10), “imprese” (9).
La carenza di materie prime è il tema più discusso, con un correlato peculiare di questo corpus “minore”: gli effetti sul commercio. È proprio “commercio” infatti ad avere il valore di keyness più elevato se si comparano i due corpora. In questa porzione di “conversazione” si fanno esempi di prodotti finiti difficilmente reperibili sul mercato o impossibili da reperire (ora o nel prossimo futuro). Sono temi presenti pure nei messaggi dell’account del quotidiano che più degli altri usa la keyword in oggetto nel periodo osservato, IlSole24Ore (11 i tweet pubblciati, duplicati inclusi). In questa classifica segue La Verità (nella sua versione web) che fa registrare 5 tweet pubblicati (2 dei quali “falsi positivi” per la presente ricerca).
Questa la distribuzione di alcune parole nel tempo:

Se si prova a restringere a 5 i topics presenti nel corpus maggiore, la revisione manuale della classificazione automatica dà il seguente riscontro: la crisi (con il conseguente riferimento, e i giudizio correlati, a Draghi), la guerra, la parità euro-dollaro, l’inflazione e i suoi effetti, il rischio di recessione.
Infine, gli utenti maggiormente menzionati tra politici e media: La Repubblica, IlSole24Ore, e l’on. Meloni.
4. Search intelligence
Per valutare gli effetti di un evento sul comportamento, online in questo caso, delle persone, non si possono tralasciare i dati relativi alle tendenze di ricerca. Questo l’andamento delle ricerche correlate a “materie prime” negli ultimi 5 anni.

La differenza tra ricerche attestate e ricerche in aumento dice dell’incidenza dell’attualità sulle intenzioni di ricerca degli utenti (aka cittadini). Tra le ricerche “top”, compaiono come parole correlate più frequenti “quotazioni” e “investimenti, tra quelle “rising” vi sono invece “carenza”, “aumenti”, e “previsioni”.