È apparso alla Madonna, il politico (2): tra vittimismo e salvazione
Un complemento domenicale della nota pubblicata qui. Qualche briciola di audience intelligence e frame analysis per provare a comprendere il senso delle recenti apparizioni mistiche nell’arena della politica.
Rispetto alla prima nota, qui si osservano i soli tweet del ministro e si prende come arco temporale di riferimento il periodo che va dal 1 gennaio 2019 alla metà di agosto. In questo arco, si tengono in conto, rispetto alla prima nota, anche i tweet in cui la menzione mistica (nelle sue diverse manifestazioni linguistiche e iconiche) non è diretta (il che avviene in rari casi, come si è visto), ma obliqua (i.e. il focus è un altro e quell’elemento compare nel messaggio come elemento accessorio). Il fatto desta qualche interesse, in quanto si è osservata una accelerazione di questa dinamica negli ultimi giorni, con la comparsa di un nuovo Opponente.
Il fenomeno è ben esemplificato da due tweet. Il primo è del 6 agosto, la menzione è obliqua al quadrato se possibile, manifestata in forma iconica. Il testo del messaggio recita: Per fortuna ogni
cattolico, come ogni italiano, ragiona con la sua testa. Buonanotte Amici e grazie per tutti i vostri messaggi di affetto ❤️
Al momento dell’osservazione, il tweet aveva generato 3.001 like, 474 rt’s, e (soprattutto) 1032 risposte.
L’altro tweet è del giorno seguente, il 7 agosto. È in realtà un mini-thread, questo:

I numeri generati si possono apprezzare nell’immagine. Questo thread si colloca già in un altro dominio, o meglio è a cavaliere tra due domini, le menzioni mistiche (dirette o oblique) e le dichiarazioni palesi dirette al mondo cattolico e in particolare alle sue gerarchie.
Su quest’ultimo punto, infatti, se si dà una scorsa seppur rapida all’archivio di cui si diceva, appaiono alcuni tweet (pochi ma pertinenti) in cui la dialettica con quel mondo è ben esemplificata, e in cui compaiono alcuni elementi capitali del frame che regge, in parte, quella dialettica (nelle intenzioni del ministro almeno [qui si discute ovviamente dell’ intentio operis].
Se si usa “cattolici” come parola-chiave, l’archivio restituisce 6 tweet, tutti datati da maggio (2019) in poi. La prassi discorsiva del ministro è incentrata su un elemento narrativo nodale: si prova a costituire un distinguo tra cattolici (nominati) e gerarchie (a volte taciute, a volte convocate metonimicamente con la selezione di un solo “esemplare”). La sequenza chiave qui è [i cattolici pensano] “con la loro testa”. Anche qui vige la solita contrapposizione tra opinion leader e italiani. Serve però una contrapposizione “attuale” per dare la stura alla conversazione. Se l’opponente non c’è (o è latente) e la contrapposizione resta sul solo piano tematico, l’engagement resta sotto la media annuale. Quando invece l’Opponente è attuale, il discorso cambia; lo si è visto negli ultimi tempi con l’apparizione del “vescovo”.
Si noti, nel periodo considerato si contano 5.580 tweet, che generano 9.774.674 like (1.752 per post), 1.901.142 rt’s (circa 341 per post), 1.725.208 risposte (circa 309 per post). La contrapposizione “attuale” paga in termini di like e repliche, ma è soprattutto la sua funzione nel processo di framing (e dunque della costituzione della personalità semiotica dell’agente e dei suoi “opponenti” e del programma narrativo degli uni e degli altri) che riposa la sua “efficacia” nella costruzione del viaggio dell’”eroe” (almeno fino a che gli opponenti non en papier terranno la condotta che tengono).
Come si accennava nella prima nota, quegli elementi (mistici) si inquadrano, con altri, in un frame della salvazione che regge, come si dice, alcuni programmi narrativi, appunto, subordinati. Tra questi un racconto vittimista, ben adiuvato dalla prassi discorsiva di alcuni Opponenti, su cui il Nostro fa ben leva. Il racconto è modulato con uno stile a tratti canzonatorio e a tratti auto-ironico.
Se si tenta un esperimento e si usa la chiave “colpa”, l’archivio restituisce 44 tweet. In 16 di questi, compare l’hashtag #colpadisalvini. Si tratta di una sorta di mini-rassegna stampa, con protagonisti che vanno dai soliti artisti (d’altronde il cinema ha bisogno dei suoi interpreti), a temi legati alla sicurezza, a dichiarazioni “contro” la stampa e gli avversari rei di avanzare critiche pretestuose o (nella versione iperbolica) di dispiegare atteggiamenti”persecutori”.
Il “colpa di” diventa addirittura un gioco (o, almeno, si è tentato di farlo diventare un gioco), con la creazione di uno stock di meme.
Quei 16 tweet hanno generato 21.691 like (1.355 per post), 4.427 rt’s (276 per post), 5.659 repliche (353 per post). Si è quindi sotto la media “annuale” per post; il gioco pare essere stato infatti accantonato, ma la narrazione, tattica, vittimista persiste e persistono con essa i tratti figurativi dell’auto-ironia con cui è attualmente perlopiù modulata.
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