TV & Social: generazione e flusso cross-mediale e pluri-attoriale dei contenuti

Andrea Picciuolo
6 min readNov 12, 2018

1.

La personalità semiotica dei programmi tv non è più solo il risultato, ormai da qualche tempo, delle scelte narrative e stilistiche intrinseche al loro contenuto, ma anche delle interazioni generate sui canali social del programma e dei suoi protagonisti, e dalle sequele che queste interazioni hanno sull’open web. Le “ricezioni” sono divenute manifeste e orientano in modo palese le interpretazioni, retroagendo sulla stessa struttura formale dei contenuti televisivi. Vanno dunque presidiati (aka analizzati) anche questi nuovi (sic) canali, per non produrre effetti di senso discrasici rispetto a quelli desiderati e alle aspettative dei “pubblici”.

Nelle note che seguono vi sono alcuni dati, e qualche appunto, che pubblichiamo con il solito spirito divulgativo.

Continuiamo a dare una scorsa alla vicenda sentimentale che in settimana ha coinvolto un volto noto della tv pubblica e un ministro del governo in carica. L’intento è valutare qualitativamente l’impatto discorsivo e narrativo della vicenda sulla formazione, come si diceva, della personalità semiotica del programma condotto dalla protagonista della vicenda (personalità che orienta la sanzione del “pubblico” e sul quale si proiettano i suoi gusti e disgusti).

2.

L’arena dalla quale iniziamo è Instagram. Non semplice da indagare per il ricercatore qualitativo, come già più volte detto, ma, a costo di “qualche” fatica, non completamente celata al suo sguardo.

La prima parola andrebbe spesa, ma qui lo si farà solo a mo’ di battuta, sulla parte iconografica della vicenda. Faccenda che non sarebbe banale se indagata in prospettiva formale (e lasciando di lato le manifestazioni figurative “di superficie”), dato il mezzo indagato, ma che qui si tralascia per brevità. Si pensi solo a questo: già dalle prime ore, molti si sono cimentati nella produzione di vari meme come altrettante variazioni sul tema della foto acclusa al post pubblicato dalla protagonista della vicenda (e che ha dato l’avvio alla “conversazione”). Attività spassosa, senza dubbio. Se però si guarda ai valori etici ed estetici generati dall’architettura verbo-visiva dei post precedenti della protagonista, va detto che l’unico vero meme è il post originale. Inarrivabile. Vediamone gli effetti.

Il post cumula (al momento dell’osservazione) 26.271 like e 5.135 commenti. Osserviamone l’orditura.

Tra gli emoji, ai primi tre posti in ordine di frequenza vi sono red-heart (con 391 occorrenze, quasi dieci volte più che il secondo), female-sign (46) e heart-suit (41). Un apparato referenziale, che andrebbe poi osservato nei vari contesti di inserzione per coglierne le evidenze valutative. Il primo emoji con polarità certa, frowning-face, registra poche occorrenze, 19.

Il corpus dei commenti è potenzialmente molto vasto e non semplice da indagare nelle condizioni restrittive dell’arena prescelta. Con un po’ di sforzo però, come si diceva, si evince che il termine “dispiace” è addirittura tra i primi 5 in ordine di frequenza. Anche qui, è necessario indagare i contesti di inserzione per capire le strategie narrative e discorsive in atto e determinare le identità semiotiche in gioco. Pare di capire che nella grande maggioranza dei casi il primo collocato (a sinistra) di “dispiace” è “mi”: la sequenza ricostruita è dunque “mi dispiace”. È un primo passo per comprendere l’architettura valutativa del testo, altri ne andrebbero fatti per scoprire quali sono i supplementi predicativi del “mi dispiace”: l’oggetto è la storia in sé? oppure la conduttrice? oppure il gesto? Determinarlo si può, con un sovrappiù di osservazione.

Veniamo ora a quel che più ci interessa, le modalità di coinvolgimento discorsivo della trasmissione di cui la protagonista della vicenda è al momento conduttrice.

Il termine “prova” occorre 30 volte, in tutti i casi si tratta della sequenza “prova del cuoco”. Se si osserva la distribuzione della sequenza, vi sono un paio di riferimenti ironici e per il resto una netta polarizzazione sul ruolo della protagonista come conduttrice, con una lieve tendenza verso i rilievi critici. Il clima timico è manifestato da una varietà di posture come, per esempio:

(1) “[…] alla prova del cuoco sei noiosissima non ti si arregge”

(2) “[…]da quando presenti tu “La prova del cuoco” io ritorno a vederlo (@antoclerici è meravigliosa ma dopo tanti anni il programma era invecchiato) perché c’è aria nuova! […]”

(3) Così finalmente qualcuno ricomincerà a guardare quella benedetta prova del cuoco.

Le occorrenze di “programma” paiono essere molte di meno. Qui il clima timico sembra propendere, senza scarti rilevanti, verso una valutazione critica. Due esempi:

(1) Vergognati pensi di ricavare altra pubblicità ti stai infossando sempre più già lo guardavo poco il tuo programma ora non perdo il tempo per guardarlo

(2) Bravo Matteo, ora quei 4 gatti che seguivano il tuo programma di [omissis] li perderai.

3.

Proviamo ora a osservare quello che accade su Twitter in risposta, letteralmente, al tweet della protagonista. Un tweet che conta 195 rt al momento dell’osservazione (si può dire nell’immediatezza del fatto). Uno sguardo agli hashtag. In 455 tweets , #provadelcuoco occorre 5 volte, #rai 1. La valutazione è critica per la protagonista, il programma viene menzionato solo in relazione a lei. Sono 5 anche le occorrenze del termine “prova”; in 4 casi il riferimento è al programma, e in 3 di questi lo si fa in modo (molto) critico. 2 le occorrenze di “programma”, solo in un caso il riferimento, critico, è alla trasmissione.

In termini generali, in questo micro-corpus il primo termine non-grammaticale in termini di frequenza è “foto”, con 39 occorrenze. Molto criticata la scelta di pubblicare, in quella forma.

I due tweet con più “like”, fatta eccezione per quello in oggetto, sono:

(1) Non è quello che ci è fregato, ma quello che ci fregherebbe ancora: con immensa indifferenza per i fatti vostri. Grazie #Elisa, risparmiaci il suino desnudo.

(2) Se avessi davvero rispetto per quell’ uomo non lo daresti in pasto a tutto il web, i giornali e l’ opposizione mostrandolo in un suo momento di intimita`. E` una carica dello stato, non siete una coppia di teenager. Lo stai mettendo in ridicolo

Face-with-tears-of-joy (33) e rolling-on-the-floor-laughing (19), gli emoji più frequenti.

4.

Per ultimo, uno sguardo a ciò che è accaduto su Facebook. Vediamo cosa accade sulla pagina fandel ministro. Se si osservano i 10 post precedenti, la sua correctio ottiene la performance migliore, e di molto. Al momento dell’osservazione vi sono : 36.256 like, 8.812 commenti, 42.168 reazioni. I “love” sono 5.042, gli “haha” 621.

I tre commenti che raccolgono più di 2.000 like sono:

(1) La vita privata dovrebbe rimanere privata. Il commento pulito è bastato a chiarire la tua posizione. Signori si nasce, non si diventa

(2) Ho amato, perdonato e sicuramente avrò commesso degli errori Direi che già questo fa di un individuo UN UOMO. Avanti tutta senza voltarsi, ma coscienti di ciò che si è fatto!!!

(3) Con troppa leggerezza è stata pubblicata una foto molto intima, credo che si sarebbe dovuto avere più rispetto della carica istituzionale che Lei ricopre. Detto questo morto un Papa se ne fa un altro.

Spostiamo ora l’obiettivo sul programma. Se si guarda al corpus sia con la lente statistica sia con quella della frequenza delle co-occorrenze, chi lo conduce, ma in quell’arana il risultato era atteso, è perlopiù oggetto di critiche, quando non di invettive. Il termine “prova” occorre 29 volte (su un totale di 20.547 word types), e si attesta di poco oltre la posizione 500. In 16 casi il riferimento è propria al programma, “la prova del cuoco”, e anche qui occorre con maggiore frequenza in sequenze del tipo “non guarderò più la […]”. “Programma” conta 12 occorrenze (ben oltre la posizione 1.200), di cui la metà vede “la prova del cuoco” come riferimento. In questo caso, le critiche sono rivolte anche alla trasmissione in maniera non obliqua. Infine, proprio “trasmissione”: conta 6 occorrenze, 5 delle quali si riferiscono, direttamente in modo critico, alla “prova del cuoco”.

5.

Per concludere: anche se presenti, le “critiche”, dirette od oblique, alla trasmissione non rappresentano una parte rilevante del corpus. Dal punto di vista formale vi sono due fatti capitali: (i) la trasmissione resiste, dimostra una sua personalità semiotica granitica (come poi venga valutata è altra storia) e non collassa, detto in termini tecnici, sulla posizione attanziale della presentatrice (né viceversa, ovviamente); (ii) come conseguenza, nella sintassi narrativa che regge il corpus, “la prova del cuoco” è quasi sempre l’oggetto indiretto delle “predicazioni”.

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Written by Andrea Picciuolo

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