Le primarie del PD: le performance dei candidati nel web di lingua italiana (1)

Andrea Picciuolo
5 min readJan 18, 2023

1. Marketing politico

Se visti nella prospettiva delle ricerche di marketing per la politica, le elezioni primarie per scegliere il nuovo segretario del Partito democratico possono essere analizzate anche come una (nuova) occasione per un’operazione di rebranding di quella proposta politica. È in quest’ottica, che a partire da questo primo rapporto, tropic ne darà conto con un aggiornamento settimanale che fornirà al lettore interessato alcuni dati relativi alle performance dei candidati in una vasta porzione del web di lingua italiana (una prima ricognizione pubblicata circa un mese fa, con due soli candidati analizzati, è disponibile qui).

Questo primo rapporto periodico copre il mese (circa) nel frattempo trascorso da quel primo carotaggio ristretto.

Il primo dato degno di attenzione viene dall’analisi del volume di ricerche, sui motori, generato negli ultimi 28 giorni dalle (4) chiavi correlate ai candidati. Si nota infatti, tra i destinatari di quelle ricerche, la presenza predominante in riferimento al kpi della traffic share di legacy media dell’area di opinione avversaria.

È un dato degno di interesse sia dal punto di vista commerciale che del marketing politico: si può infatti immaginare che nell’operazione di rebranding che coinvolge il PD stiano trovando come al solito spazio anche dei processi di negative campaigning. Un fattore, questo, di peso nella generazione della personalità semiotica di brand e prodotti politici, in particolar modo delle due componenti fondamentali della “competence” (sotto il cui ombrello cadono pure i tratti affettivi e valoriali, oltre che tematici) e della “performance”. Nel periodo sommariamente riferibile alla cosiddetta seconda Repubblica, un eccesso di frammentazione e di, anche qui presunta, litigiosità sono stati tra gli attributi maggiormente presenti nelle operazioni di negative campaining a danno dell’area del centro-sinistra. In un passaggio del suo Come nella boxe. Lo spettacolo della politica in tv, per esempio, Calabrese (che di quei momenti fu studioso ma pure protagonista) scriveva (pp. 25–26): “Si diceva, ai tempi della formazione dell’Ulivo, che le riunioni del “tavolo” del centro-sinistra dovessero essere poco divulgate, se non mantenute segrete. Infatti, ogni volta che i giornali davano conto di riunioni fra i quattordici partiti che lo componevano, pare che si potessero contare diecimila voti perduti”.

2. Instagram

Nel periodo in oggetto, tra i tre candidati che presidiano Instagram con un account (i.e. Bonaccini, De Micheli e Schlein), è Bonaccini a generare il maggior numero di interazioni, circa 259.000, tra cui 7.000 commenti (classificati, e trattati, di solito come “meaningful interactions”).

Schlein performa meglio di tutti invece nel kpi delle video views, circa 33 mila con solo 4 video pubblicati.

Anche il tasso medio di interazione premia Schlein; il suo account fa registrare il 2,25%, contro l’1,45% di Bonaccini (che conta però 116 post pubblicati in quel periodo, contro i 25 di Schlein, e i 17 di De Micheli).

È l’account di Schlein ad aver guadagnato il maggior numero di follower nel periodo oggetto di osservazione: circa 2.300. Bonaccini ne ha guadagnati poco meno di mille, e De Micheli 137.

3. Facebook

Tutti i candidati hanno un account o una pagina fan su Facebook. Assieme, nel periodo indicato, hanno pubblicato 254 post. Le immagini che seguono raffigurano un piccolo network di co-occorrenze lessicali e tematiche generate dall’analisi dei messaggi: si nota una trama discorsiva perlopiù partito-centrica, marcata dalla predominanza, per dare una sintesi sommaria delle parole e dei temi che lì ricorrono, del tema della necessità (nella doppia veste semio-linguistica della modalità deontica e della modalità anankastica).

Di seguito, invece, le parole più frequenti nei post di ciascun candidato.

Bonaccini:

Cuperlo:

De Micheli:

Schlein:

Qui vi è il dettaglio del numero di interazioni generate da ciascuno dei 254 post: https://public.flourish.studio/visualisation/12480103/

Con 127 messaggi pubblicati, è Bonaccini colui che posta di più, e di gran lunga.

Anche in questo caso, è ancora l’account di Bonaccini il primo per numero di reactions: più di 334.000, tra cui circa 45.000 commenti. A differenza di quanto accadeva su Instagram, è primo pure per il kpi delle video views.

Il tasso medio di interazione premia invece Cuperlo: si attesta all’1,41% nel periodo osservato, contro l’1,27% di Schlein, lo 0,65% di Bonaccini e lo 0,40% di De Micheli.

I quattro account hanno tutti guadagnato follower nel periodo in oggetto: svettano Schlein, con una crescita di circa 2.000 follower, e Bonaccini, con 1.700 follower in più.

4. Web

Nel periodo oggetto di osservazione, in una porzione molto vasta del web di lingua italiana, le chiavi di ricerca correlate ai 4 candidati (senza tener conto delle chiavi refusate, come Shlein per esempio, e di una percentuale di falsi positivi) hanno generato 102.000 messaggi, prodotti da circa 57.000 fonti uniche, con una reach stimata pari a 7 milioni di potenziali “lettori”.

Il più citato è stato Bonaccini.

Il sentiment complessivo della “conversazione” è stato prevalentemente positivo.

Nel dettaglio delle singole chiavi di ricerca, però, solo De Micheli e Schlein confermano a grandi linee quel tipo di risultato.

Se si guarda la mappa dei temi prevalenti, oltre ad alcune contingenze (comunque pertinenti per la costruzione della personalità semiotica dei candidati), si ritrovano anche qui le tracce del negative campaigning.

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Written by Andrea Picciuolo

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