La conversazione sugli effetti del caldo, nella twittosfera di lingua italiana

Andrea Picciuolo
3 min readJul 14, 2022

1. Il tema

Nella twittosfera di lingua italiana, la “conversazione” sugli effetti del cambiamento climatico ha trovato una nuova, tragica, occasione di insorgenza a seguito degli eventi occorsi nelle scorse settimane sulla Marmolada (sui medesimi temi, un altro breve report è disponibile qui).

Anche in casi come questo, per comprendere gli effetti di senso generati dai vari discorsi in campo, è opportuno vagliare, quali-quantitativamente, sia i messaggi emessi da fonti autorevoli che le “ricezioni” a cui questi vengono sottoposti nelle varie arene. Per farlo, bisogna descrivere e analizzare le tracce che gli eventi lasciano sulla catena del passaparola onlife: i discorsi e i comportamenti. Con gli strumenti meccanici adeguati e le metodologie di analisi appropriate si possono registrare le dichiarazioni esplicitamente sollecitate, ma vi è poi da esplorare tutto l’emisfero delle azioni e quello, ugualmente capitale, delle dichiarazioni non sollecitate o implicitamente sollecitate (come il “conversato” sulle reti sociali), da osservare e comprendere con altri strumenti (per l’appunto, meccanici e interpretativi). La mappatura della semiosfera deve sostenere una costante gap analysis tra il detto degli agenti politici, istituzionali ed economici, il detto dei media, e il percepito dei cittadini. Qual è la realtà semio-linguistica che questi si trovano a sanzionare, e sulla quale si formano i loro giudizi e le loro emozioni? Com’è strutturata? Chi parla? Dove? Quanto? Come?

In questo report vi sono i risultati parziali di un’indagine a cura di Glok e Troisi Ricerche.

L’estrazione del dato da Twitter è stato possibile grazie all’uso della piattaforma di monitoraggio e intelligence Kpi6 (https://kpi6.com/).

2. I pattern

L’archivio consta di 24.427 tweet (non sono incluse le risposte). Il conversato ha generato circa 254.000 like.

Nel corpus, la modalità informativa è quella prevalente, soprattutto nell’immediatezza dei fatti. Con il passare delle ore, il tono della conversazione vira però sul piano doxastico; si ammonticchiano giudizi e commenti che, opposti per giudizio, insistono in grandissima parte su un unico cluster semantico: il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Lo dicono le parole non grammaticali più frequenti tra le prime 150 in un corpus che conta più di 800.000 tokens, con i relativi pattern; qualche esempio: siccità, cambiamento climatico, surriscaldamento del pianeta, emergenza climatica.

Lo dicono pure gli hashtag maggiormente utilizzati.

Si riconoscono pure due altri piccoli cluster semantici, germogliati attorno ad altrettanti indizi lessicali: Draghi e rischio. Nel primo caso, la modalità informativa prevale, ma vi si affiancano i commenti, qualche critica e una micro-operazione di influenza (lo dice l’indice “passerella”, uno dei collocati più frequenti della parola in oggetto, presente in 68 tweet catalogabili in tre tipi distinti). Nel secondo caso, emerge nel conversato soprattutto il tema della prevenzione (“rischio zero”) e dell’opportunità di mappare le criticità emerse in altre aree.

Il picco della conversazione si registra tra il 3 e il 6 luglio. L’apice si verifica il 4 luglio, quando poco più di 7.000 tweet generano circa 77.000 like, più di 3.000 dei quali generati dal tweet dell’account Pontifex_it.

Il 4 luglio si registra pure il picco del numero delle menzioni.

Nell’archivio, si può riconoscere un piccolo tentativo di media manipulation grassroot (della specie osservata pure nel primo report sul cambiamento climatico), marcato da circa 2.300 tweet identici; un tentativo che genera pochi like (circa 400) ma marca in modo significativo la trama lessicale del corpus.

3. Disclaimer

Questo report profitta in modo autonomo del lavoro di Gaetano Masi e Pietro La Torre che ha generato l’articolo di Massimo Fellini per Agi disponibile qui.

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Written by Andrea Picciuolo

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