I novel foods tra comunicazione politica e pubblica opinione

Andrea Picciuolo
4 min readApr 5, 2023

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Il tema dei novel foods è stato eletto tra le materie del palinsesto del politainment italiano, già da qualche tempo. È una faccenda che ha delle implicazioni anche per gli agenti economici che hanno interesse a mappare la percezione dei prodotti e i trend dei comportamenti di acquisto attuali e potenziali. Questo articolo prova a portare qualche evidenza relativa alla “conversazione” in atto sul tema dei novel foods nella semiosfera di lingua italiana.

Lì il tema culinario è invasivo, si è parlato non a caso tempo fa di “gastromania”. Per esempio, coincidenza vuole che mentre chi scrive compila queste righe, su Twitter sia in tendenza l’hashtag #carbonara, un caso tra i tanti. Una tendenza a cui corrisponde la ricorrente candidatura del tema culinario a punto fondamentale nei “programmi politici” della cosiddetta politica pop. Ci si esprime su quei temi per comunicare ai destinatari la propria personalità semiotica. Eppure, l’espressione “mangiare italiano”, come sa chi fa ricerca di mercato o di opinione in qualche modo correlata a quei temi, è tanto frequente nel dibattito politico e nella variegata comunicazione a fini commerciali, quanto vaga. Gli agenti che ne fanno uso provano a profittare di alcuni luoghi comuni correlati al tema dell’italianità, ad alcuni attributi e ad alcuni modi di essere e di fare. Tale prassi ha però non di rado degli effetti controfattuali, come conseguenza, prevedibile si direbbe, della grande estensione correlata sia al concetto che alla parola, la cui interpretazione muta al mutare dei frame e degli script entro cui è di volta in volta sussunta.

Se si spulciano alcuni profili social dei leader dei maggiori partiti politici italiani, nel periodo qui oggetto di osservazione (dal 28 febbraio al 27 marzo 2023), si scovano solo due post dedicati al tema dei novel foods, entrambi pubblicati dal leader che forse più di tutti sfrutta il tema agroalimentare nella sua strategia semiotica (qui un esempio spurio).

Questa è una prima clusterizzazione tematica dei messaggi pubblicati dai 7 account dei leader monitorati.

Facebook.

Instagram.

Twitter.

I comportamenti delle persone sui motori di ricerca e le intenzioni che da quelli si possono inferire offrono dei segnali utili per comprendere quali reazioni sta generando la comunicazione, polemica soprattutto, sui novel foods.

Queste sono le keywords più ricercate se si punta lo sguardo su farina e carne (due dei prodotti al centro delle attenzioni mediatiche e politiche).

Queste sono invece le espressioni correlate, pertinenti, più frequenti.

Le slide che seguono mostrano invece cosa è accaduto in tv (dove gli strascichi della tarda gastromania generano molti falsi positivi correlati al nostro paniere di chiavi di ricerca).

Il trend delle menzioni dal 26 febbraio al 27 marzo 2023.

La distribuzione delle menzioni per canale.

E una prima clusterizzazione tematica.

Sui social e nel web di lingua italiana, nello stesso periodo, le medesime chiavi di ricerca hanno generato 58.000 messaggi, pubblicati da 34.000 fonti uniche, per una reach stimata pari a 9 milioni di potenziali lettori.

Il trend delle menzioni.

Gli hashtag più frequenti.

Le keywords.

La distribuzione delle parole nel tempo.

E delle due espressioni qui maggiormente pertinenti.

Il sentiment associato all’espressione “farina di grillo”.

E il sentiment associato all’espressione “farina di grilli”.

Infine, una prima clusterizzazione tematica dei 10.000 messaggi che hanno generato il maggior numero di interazioni sui media indicati nella slide che chiude l’articolo.

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Andrea Picciuolo

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