I leader politici italiani su Tik Tok nella campagna elettorale per le prossime elezioni politiche

Andrea Picciuolo
7 min readSep 3, 2022

1.

Questo breve report sul conversato generato dai leader politici italiani presenti su Tik Tok è stato scritto prima dell’apertura degli account di Berlusconi e Renzi. Visto l’interesse suscitato da queste mosse elettorali in questi giorni, forse queste righe mostrano una fotografia ancora di qualche interesse.

Allo stesso tempo, chi volesse dare uno sguardo ai primi dati sul conversato e su qualche altro kpi correlato agli esordi dei due leader, potrà trovare qui per Berlusconi e qui per Renzi un primo appiglio. Qui invece vi è una comparazione aggiornata sulle performance di tutti gli account presi in esame (sei: Berlusconi, Calenda, Conte, Meloni, Renzi, Salvini).

2.

Al di là della contingenza, è utile porre ascolto anche a Tik Tok per provare a comprendere se e in che modo il rapporto sintonico tra i leader-media company e i cittadini si va affinando o indebolendo nel corso dei tanti snodi della campagna elettorale. Per capire gli effetti di senso generati dai messaggi e dai comportamenti mediatizzati dei vari leader, è opportuno vagliare, quali-quantitativamente, sia i discorsi emessi da fonti autorevoli sia le “ricezioni” a cui questi vengono sottoposti nelle varie arene. Per farlo, bisogna descrivere e analizzare le tracce che gli eventi lasciano sulla catena del passaparola onlife: testi e azioni. Con gli strumenti meccanici adeguati e le metodologie di analisi appropriate si possono registrare le dichiarazioni esplicitamente sollecitate, ma vi è poi da esplorare tutto l’emisfero delle azioni e quello, ugualmente capitale, delle dichiarazioni non sollecitate o implicitamente sollecitate (come il “conversato” sulle reti sociali appunto), da osservare e comprendere con altri strumenti (per l’appunto, meccanici e interpretativi). La mappatura della semiosfera deve sostenere una costante gap analysis tra il detto degli agenti politici, istituzionali ed economici, il detto dei media, e il percepito dei cittadini. Qual è la realtà semio-linguistica che questi si trovano a sanzionare, e sulla quale si formano i loro giudizi e le loro emozioni? Com’è strutturata? Chi parla? Dove? Quanto? Come?

3.

Si offrono qui al lettore alcuni dati commentati sulle performance dei quattro leader per ora [ndr: vedi par. 1] presenti su Tik Tok (Calenda, Conte, Meloni, Salvini) nell’arco degli ultimi 28 giorni, e su una porzione del “detto” che li circonda.

Tra i quattro, Salvini, che è un cosiddetto early adopter della piattaforma, ha il maggior numero di follower, e di gran lunga se si pensa che Conte, al secondo posto, ne ha circa la metà.

Spetta invece proprio a Conte il primato per il kpi (key performance indicator) della crescita dei follower nel periodo oggetto di osservazione: si attesta attorno alle 130.000 unità.

Ancora Conte posiziona 3 suoi post tra i primi 5 per post interaction generata. Si tratta di due post canzonatori nei confronti rispettivamente di una proposta di Meloni e di una proposta elettorale di Salvini, e di una reprimenda nei confronti di Meloni. I due post residui di questa top-5 sono entrambi di Calenda: l’arrivo su Tik Tok e la risposta a un utente sul tema della formazione.

Live chart: https://www.datawrapper.de/_/syYpr/

3.

Qualche riga ora sui messaggi che i quattro leader indirizzano alla platea degli utenti. In quei messaggi vi è la conferma di un elemento emerso in un precedente report: anche su Tik Tok, le parole più frequenti nei post dei leader sono indici di un qualche riferimento a un avversario.

Per Calenda, il riferimento è Meloni, che compare nelle prime 5 parole più frequenti.

Anche per Conte il riferimento è Meloni; in questo caso appellata spesso Giorgia, un fatto semio-linguistico degno di interesse.

Nei post di Meloni il riferimento invece è più generale: alla “sinistra”, parola che compare tra le prime 5 in ordine di frequenza nel corpus dei suoi post.

Salvini è l’eccezione. Non vi sono riferimenti diretti agli avversari nelle prime 5 parole o hashtag più frequenti. Non solo, i riferimenti sono rari in tutto il corpus dei suoi post, che conta 1.098 tokens.

5.

Uno sguardo ora a un kpi capitale in una piattaforma video-centrica: il numero di volte in cui un video è stato visto (si badi, si tratta del numero di visualizzazioni e non del numero di utenti che hanno visualizzato il dato video).

Nel periodo preso in esame, i video di Calenda hanno generato 713.982 “plays”. Il post più performante secondo questo kpi è questo (ndr: “Sbarchiamo su tik tok […]”), che conta 359.400 “plays”.

Quel post ha generato pure 1.349 commenti, che hanno a loro volta raccolto 2.572 like. Il testo del commento che è piaciuto di più (367 like): “Carlo, ma sta carbonara la facciamo con la pancetta o col guanciale?”.

I video di Conte hanno generato invece 13.969.100 “plays”. Questo il post più performante (ndr: “Occhio ragazzi! Guardate la proposta confezionata per voi da Giorgia Meloni.”, con 5.500.000 “plays”). Il post ha generato pure 15.300 commenti, che hanno a loro volta raccolto 95.641 like. Il commento che ne ha generati di più, quasi 30.000, è stato: “Certo, praticamente una persona studia e si impegna per anni in un settore che le piace, per poi ritrovarsi costretta a lavorare per qualcos’altro”.

6.358.200 “plays” per i video di Meloni. Il post più performante, con 1.300.000 “plays” è questo (ndr: “Continuano le deliranti mistificazioni della sinistra contro di me […]”).

Il video ha generato pure 7.091 commenti. Il commento che è piaciuto di più (“il fatto che si stiano scannando su tiktok mi stende”) ha generato 2.442 like su 23.136 complessivi.

I video di Salvini totalizzano 20.711.782 “plays”. Con 3.700.000 “plays” è questo il post più performante nel periodo oggetto di osservazione (ndr: “Questi personaggi? #Credo proprio che grazie al tuo voto dal 25 settembre potranno tornare a casa loro! […]”). Il post ha generato 11.100 commenti, quasi la metà dei quali raccolti dai due maggiormente performanti: “Io pago il biglietto perché da quando ho un problema al ginocchio non riesco più a saltare.”; “ma no anzi… si è ambientato perfettamente, ormai è un italiano doc”.

6.

Per chiudere, una menzione agli hashtag che fanno riferimento ai leader, usati dagli utenti durante l’ultimo mese trascorso.

#berlusconi occorre in un numero non trascurabile di post, merito pure di una piccola fandom presente su Tik Tok da qualche tempo. Più di 2.000.000 i like generati dai post che lo menzionano.

#calenda, di like, ne genera invece circa 580.000, quasi un terzo dei quali raccolti da un post di un account di sostegno ad Azione. Non tutti spettano al leader politico italiano, vi sono infatti alcuni falsi positivi.

#conte è cannibalizzato dall’omonimia con l’attuale allenatore del Tottenham Hotspur Football Club.

#letta ha generato 463.511 like. 72.200 spettano a un post di Danilo Toninelli, la cui parte testuale menziona pure #calenda.

#meloni ha generato 3.606.430 like. 248.000 di questi spettano al post più performante, che menziona l’hashtag ma che non riguarda Meloni: si tratta infatti della finta gaffe di Berlusconi che invita a votare il partito comunista.

Nel periodo oggetto di osservazione, #renzi ha generato 788.915 like.

Chiude l’elenco #salvini, che ha generato più di 3 milioni di like, circa un terzo dei quali raccolti da soli 7 post (tra i quali figura uno dello stesso Salvini). Molti i video-meme che profittano di alcuni tratti dell’eloquio del leader leghista, su tutti l’elenco.

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Written by Andrea Picciuolo

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