Conte bis: la “conversazione” generata

Andrea Picciuolo
3 min readSep 6, 2019

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Ci si muove in un ambiente modificato dal fallout di una nuova apicalypse (qui e qui due punti di vista opposti sul tema, per chi fosse interessato). Con qualche difficoltà accessoria, si è provato a dare comunque uno sguardo a uno spicchio della “conversazione” generata dalla nomina del nuovo governo, detto Conte bis. Lo si è fatto osservando ciò che è accaduto sulla sua pagina fan.

È parsa intensa la voglia di “dialogare” con il Presidente nei 4 giorni che hanno preceduto il suo nuovo incarico. I 4 post pubblicati in quel frangente hanno generato 60.000 commenti circa. La media è dunque di circa 15.000 commenti per post, con un picco raggiunto in occasione della pubblicazione del video dell’intervista alla festa del Fatto Quotidiano. La media è di molto superiore a quanto accaduto fino a quel momento, quando i 458 post pubblicati sino ad allora avevano generato quasi 1.348.000 commenti, con una media di circa 2.900 commenti per post.

Le reazioni osservate sono 63.000. Anche qui siamo sopra la media, ma in maniera molto meno marcata rispetto al caso dei commenti. I restanti 458 post avevano infatti generato circa 4.459.000 reazioni, con una media dunque di circa 9.700 reazioni per post.

Se si tengono in conto i 4 post di cui si diceva, soltanto 5 commenti hanno generato più di 1.000 reazioni ciascuno. Sono circa 6.000 in tutto. Molto meno dell’1% dei commenti pubblicati ha quindi generato circa il 10% circa delle reazioni complessive.

I “contenuti” dei 5 commenti coprono un ampio spettro di opinioni sul governo appena insediato: il focus è, di volta in volta, sul Presidente, su uno dei partiti che lo sostengono in Parlamento (il PD), e, in una sorta di meta-commento, su coloro che opinano. Più nel dettaglio, vi sono: una critica implicita (ma col tono iperbolico che spesso si ritrova in questi casi) al PD; dei complimenti al Presidente: due critiche ai ministri del nuovo governo (una con tono ironico, l’altra in forma di apostrofe); una critica argomentata nei confronti di chi obietta riguardo le dinamiche istituzionali che hanno condotto alla formazione del governo.

Se si guarda infine alla composizione delle reazioni ai 4 post, si nota che i ‘love’ sono circa 13.000, e i ‘grrr’ circa 7.000.

Le emoji che nei commenti sono state usate più di mille volte sono:

face_with_tears_of_joy 😂(3817)

white_medium_star ⭐ (2330)

face_vomiting (1855)

rolling_on_the_floor_laughing (1799)

clapping_hands 👏 (1056)

red_heart ❤ (1044)

Nei commenti, le “parole-chiave”, non grammaticali, sono: presidente; governo; Conte; lavoro, buon; grande; Salvini; vergogna; italia; italiani.

Proviamo a dare una scorsa a qualche pattern.

I cluster in cui “Presidente” occorre con maggiore frequenza sono “buon lavoro Presidente”, “grazie Presidente”, “forza Presidente”, “grande [ndr: con la variante di “grandissimo”]: Presidente”. Tra i collocati più frequenti (ma distante dai primi) vi è anche “vergogna”.

Se si guarda al suo principale antagonista narrativo di queste settimane (ma quanto potrà durare?), il termine che lo designa ha tra i collocati più frequenti sia “grazie” (in cluster in cui domina la figura dell’ironia) che, in cluster in cui domina ovviamente la figura dell’invettiva, “traditore”.

Per ultimo, uno sguardo al termine “governo”. Se si eccettuano le sequenze meramente descrittive (e.g. governo Conte, governo giallo-rosso), le sequenze in cui “governo” appare incastonato in strutture in qualche modo qualificative sono caratterizzate di solito da un nesso nominale seguito da costruzioni attributive (spesso rette da un sintagma preposizionale). Il fatto interessante, dal punto di vista della struttura narrativa, si dà poi quando si incontrano catene, abbastanza frequenti, del tipo “un governo voluto da”, in cui l’attante |governo| è “degradato” a soggetto delegato e in cui viene nominato l’attante che delega, il destinante dell’intera operazione, di volta in volta “Merkel e Macron”, “Europa”, “Bruxelles”, “casta”. Accade lo stesso con la sequenza “sostenuto da”. In questa prospettiva, tra gli attributi più frequenti di “governo” vi è anche “fantoccio”.

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Written by Andrea Picciuolo

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