Caldo e siccità nella twittosfera di lingua italiana

Andrea Picciuolo
4 min readJul 6, 2022

1. I pattern

L’archivio consta di 36.650 tweet (non sono incluse le risposte). Gli utenti unici coinvolti nella conversazione sono 18.192. Il conversato è marcato da un tasso di engagement dello 0,7% e ha generato circa 380k like.

La modalità informativa è quella prevalente, come ci si aspetterebbe su Twitter, ma emerge pure la modalità diaristica, rinvenibile in alcune espressioni che compaiono identiche in alcuni gruppi di tweet: “fa caldissimo”, “quanto ca**o fa caldo”, “odio il caldo”.

Il picco della conversazione si registra tra il 20 e il 23 giugno. L’apice si verifica il 22 giugno, quando 1.284 tweet generano 6.045 like. 1.206 di questi sono stati generati da una stessa espressione che marca 136 tweet identici, che formano un piccolissimo tentativo di influenza grassroot.

In quel frangente, oltre a quello appena indicato, si possono riconoscere pure altri cluster che utilizzano tweet identici.

(1) I “COMPLOTTISTI” DA SEMPRE DENUNCIANO CHE CON LE SCIE CHIMICHE, AMMESSE ORA DAI GOVERNI, L’NWO CONTROLLA IL CLIMA E NON SOLO.

(2) ORA VOGLIONO UNA CRISI ALIMENTARE E GUARDACASO C’È SICCITÀ, SONO DEI CRIMINALI NAZISTI ASSASSINI!

(3) Banche, Assicurazioni e fondi di investimento continuano a finanziare l’espansione di gas, petrolio e carbone. Devono fermarsi, o presto non rimarrà più nulla da finanziare! #FinanzaFossile #ClimateChange https://t.co/uKmAcrPESh (IL NOSTRO PIANETA NON È IN VENDITA.)

Rispetto al tipo (3): come si può apprezzare nella slide che segue, #finanzafossile è anche uno degli hashtag più frequenti nel dataset maggiore.

Il 23 giugno, invece, un tentativo dello stesso tipo fa registrare il record di menzioni in un solo giorno, appannaggio di M. Fedriga, citato in 284 tweet.

Il corpus dell’analisi consta di più di un milione di tokens. La parole non grammaticali più frequenti sono: caldo, acqua, emergenza, crisi, estate, Po, Italia, allarme, idrica, razionamento. Tra le espressioni, a conferma di quanto si diceva a proposito dei tentativi di influenza grassroot, compare “scie chimiche” (sia “scie” che “chimiche” compaiono tra le prime 100 parole in assoluto più frequenti). Vi è una certa solidarietà “semantica” tra queste, solidarietà che emerge indagando, seppur alla buona, i pattern maggiormente rilevanti. L’espressione “razionamento dell’acqua”, per esempio, ha come collocati preminenti sia “rischio” che “escluso”. La parola “acqua”, a sua volta, seleziona con maggiore frequenza collocati come “sprecare”, “risparmiare” e “razionamento”. “Caldo”, oltre all’atteso collocato “record”, compare con maggiore frequenza in espressioni in cui vi sono pure le parole “acqua” o “emergenza”. Per ultimo, a sua volta, “emergenza” seleziona soprattutto “richiesta” (in particolare in associazione con Emilia-Romagna o Bonaccini), “dichiarazione” e una pletora di verba iubendi.

2. Gli utenti verificati: le interazioni generate

I tweet di utenti verificati sono 1.746. Generano 47.453 like, con un engagement dello 0,5%.

Vi sono nell’archivio molti account con una followership consistente (i primi 10 sono indicati di seguito), eppure questi non compaiono tra coloro che hanno pubblicato i 10 tweet con il maggior numero di like generati. In questa lista vi sono invece utenti “comuni”, attori, economisti e un politico (Matteo Salvini) che si poggia sul tema in agenda (la siccità) per parlare di una forza politica avversaria (esito: un tweet che aveva generato 776 like al momento dell’osservazione).

Questo il numero di tweet pubblicati da ciascuno di loro.

Il corpus dei tweet pubblicati da utenti verificati consta di poco più di 66.500 tokens. Le parole più frequenti coincidono in larga parte con quelle rinvenute nel corpus maggiore, con poche eccezioni: l’assenza delle espressioni usate nelle operazioni grassroot e la presenza più marcata del riferimento ai cambiamenti climatici (sia “cambiamenti” che “climatici” compaiono infatti tra le prime 100 parole più frequenti in assoluto).

3. Disclaimer

Questo report profitta in modo autonomo del lavoro di Gaetano Masi e Pietro La Torre che ha generato l’articolo di Massimo Fellini per Agi disponibile qui.

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Written by Andrea Picciuolo

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