A cor nudo: la disputa tra Conte e Grillo vista dai social
Come sempre accade, anche nel caso della disputa tra Conte e Grillo che ha di recente investito il M5S, osservare ciò che accade sui social dà la possibilità di apprezzare le ricezioni in una delle porzioni della catena del passaparola che fa capolino in superficie. Ciò offre l’opportunità di valutare gli aspetti strategici della comunicazione pubblica degli agenti interessati, non muovendo dalla (spesso fallace) disamina delle intenzioni, ma dall’esame degli effetti perlocutori generati dalla struttura espressiva dei messaggi veicolati al pubblico, dai loro effetti di senso.
Osservare le reazioni sui social è un servizio utile anche per identificare, valutare (e nel caso contrapporsi a) quelle “insurgent tactics”, delle operazioni di guerriglia semiologica, tipiche della dinamica comunicativa ormai nota come “media manipulation life cycle”.
Conoscere bene queste dinamiche consente di pianificare e gestire gli obiettivi comunicativi che ciascun agente si pone in ogni arena competitiva, compresa quella della politica. In questo turbinio espressivo, in un incessante confronto, si formano infatti le identità, relazionali, di agenti e “pazienti” (pubblici, elettori, consumatori, e via elencando), clusters e drivers.
Glok ha seguito l’andamento della contesa sinora. Se si prende FB come arena d’osservazione, il risultato macroscopico dell’analisi quantitativa porta ad affermare che le mosse di Conte sono state accolte con favore e quelle di Grillo invece perlopiù criticate o respinte, come ben affermato nei giorni scorsi da fonti autorevoli. Visto il tema oggetto di discussione c’era forse da aspettarselo, dato che l’80% degli elettori del M5S dichiara di volere Conte come capo politico, e FB in Italia è al momento il social mainstream per alcuni di quei gruppi socio-demografici.
Queste sono alcune delle metriche che le fanpage di Conte e Grillo hanno generato negli ultimi giorni, e la differenza è evidente.








Glok, come detto, ha monitorato l’attività social dei due contendenti sin dal primo deflagrare dell’evento politico-mediatico. In quel caso, come altrove, osservare l’evento comunicativo al VAR serve a identificare gli elementi pertinenti della struttura comunicativa e a comprendere come funziona: ciò che a “velocità normale” passerebbe, come deve, inavvertito, viene invece qui messo sotto la lente e utilizzato per generare consapevolezza sul funzionamento dei messaggi, così da poterne cogliere i punti di forza e di debolezza nella strategia dell’emittente e nel “campo di battaglia”.
In questo caso, sia per Conte che per Grillo, se il quadro dal punto di vista quantitativo pare risultare granitico nel senso che si è detto prima, dal punto di vista qualitativo il responso del VAR semio-linguistico offre qualche elemento di considerazione ulteriore. Per citarne solo uno: prima di annunciare la tregua (anche in questo caso dal suo account FB), Grillo ha provato a cambiare modalità comunicativa nella sua relazione con (in quel caso) gli utenti. È passato, con un video-post dal titolo eloquente, “Con il cuore”, a una modalità emotiva. Si è definito “papà” del M5S, e ha raccontato più che la vicenda, le sensazioni e le emozioni che la vicenda avevano suscitato in lui. Questo scarto non ha cambiato del tutto l’umore della “conversazione”, ma ho mostrato un’increspatura nelle ricezioni. Soprattutto su YouTube, dove il video è stato pure postato (e dove Grillo ha perso comunque follower), sono apparsi i primi commenti di sostegno tra quelli “top” (i.e. con più like ricevuti). Anche su FB, pian piano, la contrapposizione tra un impegno personale/passionale (Grillo) e uno politico (Conte) ha iniziato a fare capolino, mostrando, a chi vuole intendere, che vi è un potenziale narrativo di portata strategica: il Grillo-garante-papà vs il Conte-politico.
Gli appunti presi durante il percorso sono disponibili sull’account Twitter di Glok, a partire da qui: